Roger Boussinot (1921–2001)

Sono molti gli anarchici? No. Del resto molti non sono mai stati, fuorché ai primordi del movimento operaio, o in situazioni locali, per esempio in Ucraina durante il periodo della rivoluzione russa o in Catalogna durante la guerra civile. Ma l’importanza degli anarchici non si misura dal numero. Abbiamo visto anche in anni recenti le idee anarchiche diffondersi ben oltre i limiti dell’anarchismo dichiarato; circolare entro le vene della protesta giovanile come « contestazione » e negazione del potere in tutte le sue incarnazioni; tradursi, all’interno della sinistra, in una critica degli elementi autoritari insiti nel marxismo, parallela, anche inconsapevolmente, alle polemiche condotte da Bakunin sin dai tempi della Prima Internazionale. Gli anarchici restano tuttavia pochi, e poco sa chi non sia anarchico dell’anarchia. Il silenzio, il travisamento, la strumentalizzazione, la criminalizzazione dominano ancora le opinioni correnti intorno a un’« eresia » invisa a tutti i « politici ». Sfogliare o leggere quest’enciclopedia, dovuta a un anarchico francese, significherà dunque, per i più, accostarsi a un mondo, poco conosciuto e molto denigrato, di idee, di uomini, di gruppi; scoprire, accanto ai Bakunin, ai Kropotkin, ai Malatesta, affascinanti figure minori; percorrere, passando da una citazione all’altra, una vera e propria piccola antologia del pensiero anarchico. In un’epoca di confessata crisi del marxismo potrà forse essere importante, per il lettore, scoprire o riscoprire un movimento che attribuì il compito di mutare la società non alla sola classe operaia e alle sue avanguardie, ma a tutto il mondo, vasto e contraddittorio, degli sfruttati e degli emarginati.… (més)