Giulio Ferroni

Possente volume che racconta un viaggio in Italia sulle tracce delle opere dantesche.
L'autore è un profondo conoscitore di tali opere (oltre che della letteratura italiana in generale) e così può cucire insieme le notizie che derivano dall'intreccio di storia e letteratura con i luoghi che via via visita e che spesso sono - per forza di cosa - profondamente cambiati nei sette secoli trascorsi.
Vien voglia allo stesso tempo di riprendere in mano la Commedia e di andare a scoprire le troppe parti d'Italia non visitate mentre le pagine scorrono senza nessuna fatica.
Gli unici appunti che si possono fare sono alcune divagazioni superflue (anche perchè solo molto labilmente legate al Poeta) e un testo che qua e là non è proprio tirato a lucido mostrando alcune fastidiose ripetizioni.… (més)

Encontré un ejemplar de este título a precio de ganga en una tienda de usados, y lo tuve que comprar. De niño siempre me atrajo todo lo referente a la Atlántida, aunque hoy en día el tema haya caído un poco en desgracia a raíz de la mayor popularidad de otras teorías alternativas (la mayoría mucho más hilarantes, como la tierra plana o los OVNIs). Así y todo, no estaba enterado de todo el abanico de hipótesis que ya en la época en que se escribió este libro se manejaban.
El autor comienza con Platón y varios relatos y elementos pseudocientíficos de la antigüedad, pero los va hilando magistralmente con información proporcionada por la oceonografía, la geología, la arqueología, la lingüística y varios otros recursos bastante más serios, lo que torna la idea del continente hundido bastante palpable. De todas formas, siempre se mantiene en una postura mas bien mesurada, tildando de "demasiado optimistas" ciertas investigaciones anteriores poco rigurosas, y favoreciendo claramente a aquellas con más asidero y con base en evidencia algo más concreta. No intenta convencernos de que haya existido: ni siquiera arriesga un juicio aproximado sobre su ubicación: tan solo pone las cartas sobre la mesa (que por momentos pueden ser demasiadas) y nos invita a sacar nuestras propias conclusiones.… (més)

Giovanni Giudici e Andrea Zanzotto sono stati gli ultimi esponenti di una grande generazione di poeti che ha vissuto attraverso la poesia un rapporto assoluto con il mondo, rivelando il senso più profondo dell’essere contemporaneo. L’uno, Giudici, poeta di città – Roma prima, Milano poi –, interessato alla dimensione sociale del quotidiano; l’altro, Zanzotto, poeta dei paesaggi naturali, immerso nel mondo campestre che prospera intorno a Pieve di Soligo. Entrambi critici sapienti, capaci di dialogare con i grandi del passato, di tessere un legame di continuità con la tradizione. Entrambi custodi del linguaggio, ascoltato e interrogato come un personaggio vivo che agisce sulla vita e sulla scrittura. Entrambi uomini comuni, lontani da ogni forma di narcisismo intellettuale, intenti a ricercare il sublime autentico fuggendo le vertigini dell’apparenza, le tentazioni dell’ostentazione mediatica. Gli ultimi poeti è un percorso emotivo e concettuale attraverso le differenze e le somiglianze di questi due grandi interpreti della letteratura italiana. Con la passione dello studioso e la fermezza del critico, Giulio Ferroni ci rende una testimonianza limpida ed essenziale, un confronto dialogico tra due uomini che con la loro morte hanno chiuso definitivamente una stagione poetica unica e irripetibile.… (més)