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Sobre l'autor

Obres de Umberto Galimberti

I miti del nostro tempo (2009) 76 exemplars
Le cose dell'amore (2004) 74 exemplars
Il corpo (1983) 45 exemplars
I vizi capitali e i nuovi vizi (2003) 36 exemplars
Gli equivoci dell'anima (1987) 34 exemplars
Dizionario di psicologia (2002) 26 exemplars
Paesaggi dell'anima (1996) 25 exemplars
Idee: il catalogo è questo (1992) 20 exemplars
Parole nomadi (1995) 13 exemplars
Psichiatria e fenomenologia (1987) 13 exemplars
Enciclopedia di psicologia (1999) 11 exemplars
Il libro delle emozioni (2021) 10 exemplars
L'etica del viandante (2023) 7 exemplars
La lampada di Psiche (2004) 5 exemplars
Il viandante della filosofia (2011) 5 exemplars
Il mito della crescita (2012) 4 exemplars
Mitovi našeg doba (2013) 3 exemplars
Coisas do Amor 1 exemplars
Galimberti Umberto 1 exemplars
Besedo imajo mladi 1 exemplars
O ljubezni 1 exemplars
Dizionario Par-Z 1 exemplars
Le parole di Gesù (2023) 1 exemplars
Credere (2022) 1 exemplars

Obres associades

El convit (0360) — Introducció, algunes edicions6,502 exemplars

Etiquetat

Coneixement comú

Data de naixement
1942-05-03
Gènere
male
Nacionalitat
Italy
Professions
Professor
Organitzacions
University of Venezia, Italy

Membres

Ressenyes

Al termine di questo libro vedo Galimberti come un uccello vivacemente colorato che esibisce voli e canti che appaio nuovi e molto attraenti. Ma lo fa all’interno di una gabbia rappresentanta dalle fonti dalle quale non riesce a slegarsi.

Con questo comportamento non mi sembra si avvicini all’oggetto del suo canto perché il viandante nel suo vagabondare non può che muoversi leggero e libero da zavorre, da carichi che non farebbero altro che rallentarlo se non addirittura fermarlo del tutto.

Peraltro l’idea del viandante mi sembra contraddittoria rispetto alle considerazioni sull’evoluzione del mondo. Galimberti afferma che il viandante vive intensamente il presente senza porsi obiettivi riguardanti eventuali mete ma questo non è in antitesi rispetto alla deprecata evoluzione della tecnica resasi ormai autonoma rispetto ai disegni umani. La tecnica crea il mondo - o È il mondo - e il viandante ci vive dentro cogliendo la quotidianità senza porsi obiettivi ormai stabiliti da una forza ben superiore che non si chiama più natura ma tecnica.

E allora dov’è la forza che può cambiare le sorti del tanto deprecato progresso che potrebbe arrivare a distruggere le condizioni di sopravvivenza dell’uomo su questo pianeta?

È davvero possibile una fratellanza tra “i viandanti” e coloro che si arricchiscono con lo sfruttamento dell’altro sia esso uomo o natura? O è ancora necessaria una lotta contro un nemico , contro chi sfrutta, contro chi non ha alcun motivo immediato per abbandonare la logica del dominio? La tecnica - questa è la convinzione di costoro - troverà sicuramente una soluzione per la sopravvivenza di quelli che avranno in mano le leve del comando. Perché preoccuparsi per gli altri, siano essi uomini o natura?

Per questo mi sembra che non sia ancora il tempo per la diffusione della cultura dei viandanti. C’è ancora una guerra da combattere e non importa se sarà condotta con le armi o con le parole.
… (més)
 
Marcat
claudio.marchisio | Nov 10, 2023 |
Galimberti torna a dimostrare di essere padrone totale degli argomenti che affronta: un libro interessante, non banale, e tutto sommato scorrevole.
Lo considererei quasi un manuale, ricco di riflessioni preziosissime e innumerevoli spunti.
 
Marcat
LuigiGreco | Apr 12, 2023 |
Un saggio che tocca una grande varietà di argomenti, tutti attualissimi. In alcune parti un po' noioso, a dire il vero, a causa di numerose ripetizioni di concetti. Resta una guida indispensabile ad una visione non dico corretta ma sicuramente pensata del mondo moderno. Grazie alla struttura modulare è possibile saltare interi argomenti o leggerli in ordine arbitrario senza effetti collaterali.
 
Marcat
LuigiGreco | Apr 12, 2023 |
Siamo tutti stanchi di capire, è vero. Sono troppe le cose in giro che dovremmo capire. C'è tutto un vocabolario per descriverle, forse sarebbe meglio una enciclopedia. E comunque, più capiamo più ci rendiamo conto che abbiamo frainteso. Pensavamo di avere capito e ci siamo comportati di conseguenza. Ma poi, poco dopo scopriamo che avevamo capito male e avremmo dovuto fare non come ci avevano detto, ma come avremmo dovuto fare, anche se non ci era stato detto. Non so se mi spiego. Ma tutto questo non accade solo in famiglia, a scuola, al comune, in chiesa, allo stadio, in parlamento. Qualunque cosa facciamo scopriamo di non avere compreso bene. E allora la gente si è accorta che è meglio non capire e ha cominciato a credere. E' meglio credere che capire. Vuoi mettere, il primo che passa ti dice qualcosa, come ad esempio che ti vuole cambiare il mondo, la costituzione, i partiti. E tu che fai, con l'aria che tira? Chiedi di capire? Ma và, dopo tutte le fregature che ti hanno fatto in tutti questi anni, tutti questi tromboni di destra, sinistra, centro, sopra, sotto, maschi e femmine, laici e religiosi, intellettuali ed ignoranti, tecnici ed esperti, rivoluzionari e conservatori, ricchi e poveri. Dopo questa grossa avanzata di avventurieri in video e audio, in cartacei diventati digitali, tu che fai? Ti metti ancora a capire? Niente affatto. Non puoi capire avendo negli occhi e orecchie quello che vedi e senti oltre che leggere dopo due anni di pandemia ecco la guerra. Capire diventa impossibile, devi credere che uno ha torto e l'altro ha ragione, a seconda di chi fa più morti. Carron e Galimberti dialogano e noi dovremmo poi decidere a chi credere, come credere e se credere. Preferisco credere per fede senza capire. Ma poi mi chiedo: Non "fummo fatti per seguir virtute e canoscenza"? Questi hanno deciso di vivere come "bruti". Non mi riferisco a Carron a Galimberti, ovviamente ... Ma fate voi ...… (més)
 
Marcat
AntonioGallo | Apr 16, 2022 |

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