Imatge de l'autor
27+ obres 92 Membres 6 Ressenyes

Obres de Nicola Labanca

Caporetto (1997) 5 exemplars
Storia dell'Italia coloniale (1994) 3 exemplars
La guerra d'Etiopia: 1935-1941 (2015) 3 exemplars
La guerre du désert, 1940-1943 (2019) — Editor; Introducció; Col·laborador — 2 exemplars

Obres associades

Etiquetat

Coneixement comú

Data de naixement
1957
Gènere
male
Nacionalitat
Italy

Membres

Ressenyes

Una ricostruzione complessiva delle conquiste in terra africana (Eritrea, Somalia, Libia e, da ultimo, Etiopia) che appassionarono il pubblico dell'Italia liberale e del regime fascista: è quanto si prefigge questo volume, proponendo un'interpretazione nuova che non si limita alla storia diplomatica e militare dell'espansione, ma analizza le ragioni politiche e la dimensione sociale dell'imperialismo coloniale italiano. l'autore smonta i messaggi della propaganda colonialista che affascinarono generazioni di italiani, mostra i pochi reali vantaggi tratti dall'Italia dai suoi possedimentiafricani, descrive la società coloniale creata nell'Oltremare, con i suoi tratti razzisti, la sua composizione sociale, le sue istituzioni. Prestigio per i governi, gloria per i militari, profitti per gli imprenditori, fortuna per gli avventurieri, terre per i poveri coloni «emigrati» in Africa: nell'Oltremare gli italiani cercavano ognuno qualcosa.
Labanca spiega perché fra di loro, a decenni di distanza, sia ancora diffusa una memoria così indulgente di quella lontana esperianza di dominio coloniale.
… (més)
 
Marcat
BiblioLorenzoLodi | Jan 1, 2015 |
Il libro risponde, in lucida sintesi (la prima, da vent'anni a questa parte), a una serie di interrogativi ormai maturi nel campo degli studi sul colonialismo italiano, o meglio sull'Italia coloniale: per quale apparente contraddizione inItalia (che trale grandi nazioni europee ebbe l' "impero coloniale" più piccolo, meno produttivo e più breve) le esperienze, i temi, i miti coloniali ebbero una così straordinaria importanza? Che rapporto corre tra il colonialismo dell'Italia liberale (dal 1885 in Eritrea, dal 1889 in Somalia,dal 1911 in Libia) e quello dell'Italia fascista (dal1935 in Etiopia)?
Quali stereotipi sorressero più o meno consapevolmente l'ideologia coloniale e a che armi ricorse la propaganda? Quali implicazioni economiche, demografiche, culturali ebbero quelle vicende? Esistono infine lecondizioni peruna"decolonizzazione" della nostra memoria coloniale, per guardare senza paura e indulgenze a un aspetto così cruciale della nostra storia?

INDICE
Capitolo I - Per "una più grande Italia"; Capitolo II - Un "impero" per il fascismo?; Capitolo III - Il mito e la propaganda delle colonie; Capitolo IV - Tre bilanci: economia, demografia, società coloniale.
… (més)
 
Marcat
BiblioLorenzoLodi | Dec 31, 2014 |
Il 10 marzo 1896, nei pressi di Adua, un corpo di spedizione italiano comandato dal generale Oreste Baratieri venne annientato
dal poderoso esercito etiopico di Menelik II. Se gli «storici coloniali » italiani hanno sempre cercato di ridimensionare l'entità della disfatta, gli studiosi africani vi hanno visto addirittura uno dei primi segni di riscossa dei neri contro i bianchi.
Quattromilacinquecento morti e circa duemila prigionieri italiani, duemila vittime fra gli «ascari », un numero imprecisato
di feriti: Adua fu la più cocente sconfitta patita da una potenza europea nello scramble for Africa, nella corsa alla spartizione del continente nero. La catastrofe africana fece cadere il governo crispino, impresse una svolta alla politica estera ed interna italiane, ridimensionò le ambizioni da grande potenza dell'Italia umbertina, mobilitò le masse popolari di numerose
città italiane che scesero in piazza al grido di «Abbasso Crispi! Viva Menelik!».
Ma in che modo si arrivò ad Adua? Come fu possibile che l'ultima delle potenze europee volesse a tutti i costi un' espansione
sulle coste del Mar Rosso, incagliandosi contro l'impero etiopico, allora uno degli stati tradizionali piiù forti dell'intera Africa? Perché i governi dell'Italia liberale si fidarono cosi tanto dei militari, che sulla prima colonia eritrea avevano steso una presa cosi larga e profonda?
Questo studio di Nicola Labanca basato su una ricognizione amplissima degli archivi politici e diplomatici, militari e coloniali quale mai sinora era stata compiuta - dà una risposta a questi interrogativi.
Avvicinandosi al primo colonialismo italiano da un' ottica internazionale e comparata, evidenzia il peso particolare dei militari e dell'esercito. Analizza le relazioni fra politici e militari che stavano alla radice della politica espansionista. Studia la composizione sociale dei primi reparti coloniali. Esamina senza reticenze strutture e mentalità di quella prima società coloniale italiana che si formò sulle coste del Mar Rosso, dalle primissime occupazioni fino ad Adua. Ricorda l'inesistente preparazione militare che precedette la battaglia. E poi, finalmente, osserva la battaglia: con gli occhi di chi la combatté.
Ciò che emerge da queste pagine non è tuttavia una storia dell' esercito o della guerra, bensì un capitolo di storia della società italiana di fine Ottocento, dei suoi velleitarismi, delle sue ambizioni, dei suoi pregiudizi razziali.
Adua non fu una «giornata sfortunata»; essa fu il punto di arrivo di una lunga marcia che questo libro ci racconta.
… (més)
 
Marcat
BiblioLorenzoLodi | Dec 30, 2014 |
Il 24 ottobre 1917, sul fronte dell'lsonzo, una massiccia offensivaı austro-tedesca travolse le linee italiane nei pressi di Caporetto.Nel giro di pochi giorni fu la rotta totale: l'Italia lasciò sul campoı 11.000 morti e 29.000 feriti, i prigionieri furono 300.000. I soldati si ritirarono gettando le armi, gli ufficiali non riuscironoı a trattenerli, il Comando supremo del generale Cadorna venne colto di sorpesa, il Paese fu attraversato da un'ondata di sgomento e l'intera strategia militare fu messa sotto accusa. Caporetto, divenuto sinonimo di disfatta nel linguaggio comune, fu il punto di svolta della partecipazione dell'Italia al primo conflitto mondiale. Indagare le ragioni di questo evento significa riesaminare non soltanto fasi e caratteristiche di quel nodo ineludibile della Grande Guerra che è rimastoı impresso nella memoria di tutti. Questo libro analizza le ripercussioni politiche della battaglia, le polemiche che ne seguirono, la memoria e il mito che attorno a questa disfatta si sono intrecciati nel corsoı degli ottant'anni di storia che ci separanoı da quel tragico ottobre del 1917.… (més)
 
Marcat
BiblioLorenzoLodi | Oct 13, 2014 |

Premis

Potser també t'agrada

Autors associats

Olivier Wieviorka Editor, Contributor, Introduction
David Reynolds Editor, Introduction, Contributor
Jörg Echternkamp Contributor
Eric Jennings Contributor
Patrick Bernhard Contributor
Nir Arielli Contributor
François Dumasy Contributor
Julier Le Gac Contributor

Estadístiques

Obres
27
També de
5
Membres
92
Popularitat
#202,476
Valoració
½ 3.5
Ressenyes
6
ISBN
29
Llengües
3

Gràfics i taules