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Sobre l'autor

Inclou el nom: MARTIN Henri-Jean

Obres de Henri-Jean Martin

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Coneixement comú

Nom normalitzat
Martin, Henri-Jean
Nom oficial
Martin, Henri-Jean
Data de naixement
1924-01-16
Data de defunció
2007-01-13
Gènere
male
Nacionalitat
France
País (per posar en el mapa)
France
Lloc de naixement
Paris, France
Lloc de defunció
Paris, France
Llocs de residència
Paris, France
Lyon, France
Educació
Faculté de Paris (Doctorat, Lettres, 1968)
Ecole des Chartes
Professions
librarian
Organitzacions
Ecole Nationale Supérieure de Bibliothécaires (professeur)
Ecole pratique des Hautes études, Paris (Chaire d'histoire et civilisation du livre|directeur de recherches)
Ecole nationale des chartes (Histoire du livre|professeur|1970-1993)
Bibliothèques de la Ville de Lyon (conservateur|1964-1970)
Centre National de la Recherche Scientifique (détaché|1958-1962)
Bibliothèque Nationale (conservateur|1947-1958) (mostra-les totes 12)
Académie des sciences, belles-lettres et arts de Lyon (membre|1968-1972)
Comité des travaux historiques et scientifiques (membre|1962-2004)
Université d'Oxford, All Souls College, Royaume-Uni (visiting fellow|1993)
Université Johns-Hopkins de Baltimore (J. S. Schouler Reader|1994)
British Library (visiting fellow|1995)
British Academy (foreign fellow|1996)
Premis i honors
Médaille d’argent du Centre national de la recherche scientifique (1970)
Grand Prix d’histoire de la ville de Paris (1985)
Prix Louise-Weiss décerné par la Bibliothèque nationale (1987)
Chevalier de la Légion d’honneur (1988
Lauréat de l’American Printing Association (1990)
Gutenberg-Preis, décerné par la ville de Mayence (1988)

Membres

Ressenyes

I have mixed feelings about this book, I already enjoyed it so much, it was enlightening and with a lot of historical information that you have to process very slowly and, maybe you have to go back sometimes just to reinforce all the knowledge you're getting with this book. It should be definitively a must and a reference book for librarians, students of librarianship and people related with book industry. I'm convinced every librarian around the globe must have this book in his/her personal library

However I said I have mixed feelings and this is because although in the title never mention anything about "universal" history of writing, sometimes (especially from chapter 6 to the end of the book) I feel it was just about the history of writing in Europe and specially in France, with a few exceptions talking about Germany, England and the United States. The author never mention the case of Mexico and I think it's a huge mistake not to include a country where we had the first press in all the continent, even before the United States.

And what about the ebook? Although the last part talks about of the development of machines and their impact to writing culture, it never really talks about the most important development for writing records since Gutenberg's press. The book was first published in 1988, of course we can talk about the boom of the ebook in the 2007 but in fact ebooks have been around 70s.

It deserves another revision in order to solve this two big missing points of a great, great history.
… (més)
 
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uvejota | Hi ha 2 ressenyes més | Jul 26, 2023 |
Henry-Jean Martin propone con un lavoro poderoso e importante un lungo viaggio nella storia della scrittura, con l’ambizioso obiettivo di andare oltre i confini geografici. L’uomo diventa sociale quando introduce il mezzo scritto per regolamentare i rapporti, per dare una memoria ai fatti. E la stessa scrittura impone cambiamenti sociali, tecnici, i supporti, papiro, pergamena e carta non sono neutri, così come le tecniche di scritture. La scrittura consente di introdurre la moneta, diventa la premessa della normazione e, quindi, delle organizzazioni sociali. La prima parte, quella che affronta i tempi più remoti, è molto impegnativa, si vede il lavoro dello storico attraverso la ricostruzione dei passaggi temporali. Poi man mano che ci si avvicina all’epoca contemporanea la narrazione diventa decisamente più fluida, tutto è più semplice, chiaramente anche la maggiore conoscenza delle cose da parte del lettore fa la sua parte. Molto interessanti anche le considerazioni finali che danno una prospettiva futura allo scritto, rimarcando l’importanza di non perdere di vista la storia. Una buona lettura di un libro utilissimo anche in sede di consultazione.… (més)
 
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grandeghi | Hi ha 2 ressenyes més | Sep 5, 2022 |
POUR UNE HISTOIRE DU LIVRE. (SIÈGLE XV-XVIII)

LES MÉCANISMES DE L'IMPRIMERIE ARTISANALE
Depuis le jour où Lucien Febvre a rappelé il y a vingtcinq
ans que le livre était une marchandise, l'expression «le
livre, cette marchandise» a été si souvent répétée qu'elle est
devenue lassante. Il n'en reste pas moins que toute réflexion
concernant le rôle joué par l'imprimerie dans notre civilisation
celle qui est peut-être aujourd'hui en train de mourir
- doit tenir compte de cette donnée. Il est donc naturel que
notre premier séminaire soit consacré aux mécanismes de
l'imprimerie artisanale, qui ont fait du livre un produit
industriel soumis aux lois du marché.

Je vous proposerai tout d'abord quelques réflexions sur
les conditions de l'apparition de l'imprimerie et l'organisation
de l'atelier typographique à l'époque artisanale. Après
quoi nous chercherons comment l'imprimerie a été diffusée
en Europe et comment les métiers étaient organisés. Et nous
examinerons pour terminer quelques cartes et graphiques
concernant l'évolution de la production imprimée, en
particulier aux XVe et XVI siècles...

Je me permets de renvoyer une fois pour toutes pour la bibliographie
des sujets traités dans ces conférences à L. FEBVRE et
nascita del libro (introd. et éd. A. PETRUcCI), Roma - Bari, 1977. A compléter
par Histoire de l'idition française dir. H. J. MARTIN, R. CHARTIER et J. P
VIVET, Paris, Promodis. Vol. I, Le Livre conquérant. Des origines au milieu du
XVII siècle, 1982. Vol. II, Le Livre triomphant (1660-1830), 1984. Vol. III, Le
temps des éditeurs. Du Romantisme à la Belle Epoque, 1985, Vol. IV, Le Livre
concurrencé (1830-1890), 1986; et par H.-J. MARTIN, Le Livre français sous
V'Ancien Régime, Paris, Promodis, Editions du Cercle de la Librairie, 1987
H. J. MARTIN,..
… (més)
 
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FundacionRosacruz | Sep 5, 2018 |
Modifica
A che servono i libri?
15 marzo 2011 alle ore 15.31

Ho spesso detto che tutti nasciamo lettori, ci crediamo scrittori, diventiamo bibliofili, finiamo bibliomani. Se le cose stanno così è bene chiedersi a che servono allora i libri? Un tempo i libri erano strumenti nelle mani di pochi addetti ai lavori. E i lavori riguardavano tutto ciò che fa “pensiero”: immaginazione, ricordi, fantasia, creatività, conoscenza e via di questo passo sulla strada dell’esplorazione di se stessi e del mondo. Al giorno d’oggi i libri li trovi dappertutto. Non solo e non più in formato cartaceo, cioè quello tradizionale, come conosciamo il libro dai tempi di Gutenberg, ma anche in formato elettronico. Tutti scrivono e pubblicano libri che di giorno in giorno aumentano vertiginosamente. Parallelamente è quasi certo che la lettura, o meglio il numero dei lettori, dicono, diminuisce. Forse meglio dire. Si trasforma. Il che fa sorgere spontanea l’antica domanda ma sempre proponibile: a che servono i libri?

E’ chiaro che il libro in quanto tale ha una lunga storia alle spalle che nasce dall’invenzione della scrittura, passa per quello che era il codice dell’epoca cristiana, un manufatto con pagine e copertina che sostituì i rotoli. Il terzo momento venne con Gutenberg e la sua invenzione dei caratteri mobili fino ad arrivare ad oggi con quella che si chiama la rivoluzione digitale. Quando diciamo “libro” ci riferiamo ad un “prodotto” che ha una sua consistenza fisica. Questo prodotto è fatto di parole riprodotte su delle pagine che trasmettono delle idee. L’immagine del testo statico sul mio desktop è il cugino elettronico dell’invenzione della lettura dell’antichità. Quando il mio testo è fermo, oppure quando io organizzo il testo in pagine, come tante altre realtà visive, non sto facendo altro che relìplicare i codici medioevali sfogliando le sue bellissime pagine illustrate. La lettura digitale è simile allo scorrimento dei codici, una procedura antica di millenni. Una cosa che gli studiosi di storia di libri amano fare è quella di conoscere come e quanto cambia il modo di leggere degli uomini in relazione al succedersi delle varie tecnologie. Hanno stabilito che le buone tecnologie non entrano in conflitto con quelle precedenti se le stesse sono buone. Essi si sovrappongono e si trasformano in maniera tale che il vecchio e il nuovo persistono favorendo il cambiamento. Pensiamo a quei fogliettini colorati, semi adesivi che servono per inviare messaggi, prendere nota, segnalare, ai libri tradizionali, al PC. iPad, tutti aggeggi e strumenti che convivono nella stessa area di lavoro.

Il libro ha una lunga storia ma il concetto di “storia del libro” è piuttosto moderna. Negli anni cinquanta due francesi, Lucienne Febvre e Henri-Jean Martin pubblicarono un libro intitolato: "La nascita del libro” che segnò, appunto, la nascita di una nuoca disciplina di studio: il libro. L’obiettivo dello studio era l’analisi della funzione del libro nella cultura europea. In effetti è dagli anni settanta che la storia della vita del libro si connette a quella di altre varie discipline nella quale confluisce il lavoro di bibliotecari, archivisti, editori affiancati da tecnici ed esperti di vari settori connessi che vanno sotto il nome di “industria della conoscenza”. Nel viaggio della lunga notte della cultura noi tutti siamo lavoratori insonni ed irrequieti. Abbiamo bisogno di sognatori sia nella tecnologia che nella scienza e nelle arti. Proprio in questi tempi stiamo camminando verso due grandi sogni che stanno dando forma al futuro del libro così come è e come sarà destinato ad essere.

Sogno numero 1. Accesso al sapere universale. Si sente da tutte le parti dire che è necessario aprire le porte della conoscenza a tutti. Il che potrebbe significare molto per tanti. In effetti le cose non stanno proprio così. Bisogna pur decidere per farne cosa. Sogno numero 2. Costruire l’idea di un sapere che si auto corregge, una sorta di esercizio collettivo. Alla maniera di come è nata e vive quella straordinaria enciclopedia che è Wikipedia. Venti anni fa nessuno poteva immaginare che una cosa del genere avrebbe fatto diventare enciclopedie colossali come l’Enciclopedia Britannica o la nostra Treccani testi da museo. Questo sogno non poggia soltanto sulla velocità della conoscenza ma anche sulla sua alimentazione continua e relativa trasformazione.

Questi due grandi sogni, universale e collettivo, poggiano su quella utopia della cultura dell’uomo occidentale che si rifa all’Utopia di Thomas Moore, all’idea illuministica della libertà delle libertà, alla riorganizzazione del lavoro di Marx. I materiali sono comunque sconfinati e la gestione della conoscenza cartacea diventa un vero problema. Produrre ed usare carta significa significa continuare a fare danni agli equilibri planetari. Ed è a questo punto che entra in gioco l’elettronica. Però il sapere assume un aspetto ed un significato diversi, molto diversi da quello che si è finora manifestato in forma di sapere scritto su carta, come libro. Il libro stampato è la prova provata di ciò che sappiamo, diciamo, pensiamo, in maniera conclusa ed esauriente. Il sapere scritto è identitario, ci distingue e ci caratterizza per tramandarci alla storia, in maniera individuale e collettiva. Il sapere elettronico non si manifesta allo stesso modo. Per mezzo di connessioni lo si può accedere, per essere controllato, gestito e trasformato. Il che significa la conoscenza è destinata ad essere in continua trasformazione. Le tradizionali biblioteche o librerie destinate a scomparire o diventare un’altra cosa. E se i libri e le biblioteche saranno diversi, sarà diverso anche l’Uomo. O no?
… (més)
1 vota
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AntonioGallo | Hi ha 3 ressenyes més | Jul 3, 2014 |

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