Foto de l'autor
7 obres 10 Membres 5 Ressenyes

Sobre l'autor

Inclou el nom: Ferdinando Pedriali

Obres de Ferdinando Pedriali

Etiquetat

Coneixement comú

Encara no hi ha coneixement comú d'aquest autor. Pots ajudar.

Membres

Ressenyes

Il volume approfondisce alcuni aspetti tecnico militari della partecipazione dell'aviazione italiana alla Guerra di Spagna e dà il dovuto rilievo all'entusiasmo, al coraggio, allo spirito di sacrificio dei nostri piloti e dei nostri specialisti che hanno partecipato a quelle operazioni, dando costantemente prove stupende delle loro capacità professionali.

Indice:
Capitolo I. Il colpo di Stato; Capitolo II. Coinvolgimento dell'Italia; Capitolo III. La aviacion del tercio; Capitolo IV. Il cruciale agosto 1936; Capitolo V. Aerei legionari sulla penisola iberica; Capitolo VI. Battaglia per le Baleari; Capitolo VII. Nei cieli della extramadura; Capitolo VIII. I falchi rossi; Capitolo IX. L'aviazione legionaria; Capitolo X. Uomini e armi per le future battaglie; Capitolo XI. Màlaga; Capitolo XII. La battaglia dello Jarama; Capitolo XIII. Guadalajara; Capitolo XIV. La lunga battaglia per il nord; Capitolo XV. Brunete; Capitolo XVI. Santander; Capitolo XVII. Aragona; Capitolo XVIII. La regia aeronautica italiana e il potenziamento dell'aviazione di Franco; Capitolo XIX. Teruel; Capitolo XX. Il confronto decisivo, dall'Aragona al mare; Capitolo XXI. La battaglia dell'ebro; Capitolo XXII. L'aviazione delle Baleari; Capitolo XXIII. Conquista della Cataluna e fine della guerra;… (més)
 
Marcat
BiblioLorenzoLodi | Jun 17, 2015 |
Dai fallimenti della diplomazia nascono le guerre. È una regola valida anche per le guerre coloniali. Possiamo parlare al presente perchè le guerre coloniali non sono finite, nè dopo la caduta dell'Impero italiano in Africa Orientale, nè dopo la definitiva scomparsa degli imperi coloniali di Francia, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Spagna e Portogallo progressivamente sfaldatisi dopo la II Guerra Mondiale. Molti dei conflitti che periodicamente infiammano l'Africa e l'Asia, sono ancora guerre coloniali, nelle quali alcune nazioni cercano di soggiogarne altre più deboli o di forzare riluttanti minoranze etniche ad abdicare alla loro autonomia economica e culturale. La guerriglia, che fra il 1936 ed il 1940 insanguinò l'ex Impero Etiopico dopo la sua incorporazione nell'Africa Orienilple Italiana, avrebbe forse potuto essere meno virulenta qualora l'Italia avesse cercato di imporre il suo dominio per via indiretta, col tramite delle preesistenti gerarchie locali. Lo stato feudale etiopico -non ancora completamente smantellato dalla riorganizzazione intrapresa a partire dal 1930 da Hailè Selassiè avrebbe fornito agli italiani un valido punto d'appoggio per governare senza ferire aspettative e tradizioni di popolazioni che avevano inizialmente accolto con favore i nuovi conquistatori. Le lunghissime e dure "operazioni di grande polizia" protrattesi con varia intensità dalla occupazione di Addis Abeba nel maggio 1936 alla caduta dell'Impero italiano nel 1941 furono, e sono tutt'ora, poco conosciute dalla grande massa degli italiani. Desideriamo quindi contribuire alla loro conoscenza con un resoconto dell'opera dell'Aeronautica italiana in Africa Orientale, inquadrato nel contesto delle operazioni militari terrestri e della situazione politica locale ed internazionale. Le operazioni di controguerriglia in quattro anni chiesero all'Aeronautica un impegno che superò dodici volte quello richiestole durante i sette mesi della campagna etiopica 1935-1936. I lenti e rustici apparecchi Itcoloniali" italiani eseguirono innumerevoli missioni di appoggio tattico e soprattutto di rifornimento, prefìguranti quelle che alcuni lustri dopo furono rese possibili dal capillare impiego degli elicotteri. Senza queste missioni, spesso condotte da aerei isolati, molti presìdi italiani sarebbero stati sommersi dalla guerriglia durante la rivolta del Goggiam, nell'estate 1937. Le colonne italiane lanciate all'inseguimento delle mobilissime formazioni ribelli ottennero successi più frequenti di quanto non si pensi grazie ai rifornimenti aviolanciati che surrogavano la loro cronica deficienza di salmerie. Molte imboscate furono evitate per merito di attenti ricognitori aerei. Posta, medicine passeggeri e materiali furono ovunque recapitati con pochissimi incidenti. Come nella mia precedente opera dedicata alla campagna etiopica 1935-1936, ho cercato di ripercorrere, senza preconcetti e verità precostituite, vicende lontane, su cui si sono mantenute per anni accese controversie. Coloro che desiderano notizie sui metodi con cui fu combattuta la guerriglia, in questa opera troveranno molte informazioni esposte senza alcuna reticenza. Perseguendo l'obiettivo di tracciare un profilo storico dell'opera dell'aviazione e delle altre forze armate italiane in Etiopia ho ripercorso gli eventi basandomi largamente sulla copiosa documentazione conservata negli archivi di stato italiani, in particolare nell'Archivio Storico dell'Aeronautica Militare. Dato l'obiettivo dell'opera, non sono stati scavati archivi esteri, dove forse sarebbe stato possibile chiarire le connessioni fra la guerriglia e le potenze allora ostili all'Italia. Connessioni, che dai pochi elementi affiorati sembrano non essere state né poche né limitate al periodo immediatamente antecedente la II Guerra Mondiale. Oltre ai documenti d'archivio ho avuto il privilegio di valermi di alcuni memoriali e testimonianze inedite. La maggiore parte della documentazione consultata proviene dagli archivi storici dello Stato Maggiore Aeronautica, dello Stato Maggiore Esercito e del Ministero Affari Esteri.

Indice: Capitolo I - L'Impero; Capitolo II - Assediati sotto le grandi pioggie; Capitolo III - Situazione militare nel nuovo Impero; Capitolo IV - L'ultima armata etiopica; Capitolo V - Le operazioni di grande polizia nell'Ovest; Capitolo VI - Le operazioni di grande polizia nella scioa; Capitolo VII - Le operazioni di grande polizia a sud della ferrovia; Capitolo VIII - L'occupazione delle regioni dell'omo; Capitolo IX - Il 1937: attentati e rivolte; Capitolo X - Il nuovo vicerè; Capitolo XI - L'inafferrabile Aregai; Capitolo XII - Nell'amara nord orientale; Capitolo XIII - Il terzo anno dell'Impero; Capitolo XIV - Dalla guerriglia alla guerra europea; Capitolo XV - Guerra in Europa
… (més)
 
Marcat
BiblioLorenzoLodi | Hi ha 1 ressenya més | Jun 1, 2015 |
L'assalto alla fortezza Europa iniziò praticamente undici mesi prima dello sbarco in Normandia. Nelle prime ore dellO luglio 1943, un'armada di 2.590 mezzi navali, appoggiata da 4.328 aerei, sbarcò sulle spiagge della Sicilia due armate, forti, agguerrite e magnificamente equipaggiate. Da quell'istante sarebbero passati sessantuno giorni prima della resa dell 'Italia. E ogni giorno dimostrò di quale scadente stoffa fossero fatti gli uomini che la governavano e avevano assunto il comando supremo delle sue Forze Armate. Gli italiani che allora combattevano in terra cielo e mare, risposero all'invasione in conformità agli ordini degli alti comandi, alla capacità dei loro ufficiali e allo spirito di corpo dei loro reparti.
Nella battaglia per la Sicilia vi furono esempi di valore senza pari. La Divisione Livorno attaccò per due giorni consecutivi la principale testa di sbarco della 7a Armata USA, e pur avendo subito perdite tremende, nei giorni seguenti continuò a combattere sino al suo completo esaurimento. Altri reparti fecero bravamente il loro dovere. Purtroppo, ci furono anche molte defezioni, alcune delle quali assai clamorose. Nessun cedimento si manifestò fra i reparti della Regia Aeronautica, il cui personale di volo e di terra tenne testa al nemico, prima difendendo la Sicilia poi il territorio nazionale, sino alla tarda sera dell'8 settembre, quando l'annuncio dell'armistizio bloccò in extremis le ultime operazioni offensive. Il comportamento in Sicilia delle truppe tedesche fu eccellente come il solito, tuttavia i loro alti comandi commisero alcuni esiziali errori strategici. Il feldmaresciallo Kesselring aveva imposto al comandante la 6a Amlata italiana, generale Guzzoni, un piano difensivo poi dimostratosi errato. Nella giornata dell' Il luglio von Richthofen, comandante della Luftflotte.2 aveva stabilito di impiegare la massa dei suoi bombardieri contro le zone di sbarco britanniche e solo più tardi decise di inviarla contro quelle americane. Invertendo l'ordine degli attacchi avrebbe probabilmente dato un decisivo aiuto alla controffensiva italo tedesca nel settore di Gela. Ovviamente, la Sicilia sarebbe stata ugualmente conquistata, ma almeno si sarebbe ritardato, seppur di poco, il successo degli anglo americani, per il momento non ancora liberatori ma nemici piuttosto spietati, come provato dalle note stragi di prigionieri italiani e tedeschi perpetrate dalla 7a Arnlatal. La ricostruzione della storia delle operazioni aeree, dallO luglio all'8 settembre 1943, ha richiesto un impegno non indifferente, soprattutto perché era necessario destreggiarsi fra la scarsa documentazione concernente le operazioni in Sicilia disponibile presso l'Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore Aeronautica e fra quella -assai più abbondante -di altri fondi archivistici. Comunque, è stato possibile tracciare un quadro abbastanza convincente della situazione generale delle operazioni aeree, e così pure di altri eventi che non erano per niente trascurabili. Onde seguire in linea retta l'argomento principale, non sono state incluse in questo lavoro le operazioni aeree sulla Sardegna, poiché, dopo l'inizio della campagna di Sicilia, l'isola dei nuraghi perse molta della sua importanza sia per l'aviazione alleata, che ridusse la frequenza dei suoi attacchi, sia per la Luftwaffe e la Regia Aeronautica, che la utilizzarono essenzialmente come base d'appoggio e come una riserva strategica, da cui prelevare aerei d'assalto e da caccia per la difesa della Sicilia.

Indice: Capitolo I - L'attacco alla Sicilia; Capitolo II - L'invasione del cielo e dal mare; Capitolo III - L'invasione della Sicilia sud orientale; Capitolo IV - Il dominio dell'aria; Capitolo V - Gela, l'attimo fuggente; Capitolo VI - Giorni decisivi; Capitolo VII - La ritirata dei reparti aerei italo tedeschi dalla Sicilia; Capitolo VIII - Invasione e difesa della Sicilia Occidentale; Capitolo IX - La difesa aerea della Sicilia, seconda fase; Capitolo X - La difesa aerea del territorio italiano; Capitolo XI - Bombardamenti e crollo di un regime; Capitolo XII - La ritirata sul continente; Capitolo XIII - "La guerra continua"; Capitolo XIV - L'8 settembre
… (més)
 
Marcat
BiblioLorenzoLodi | Hi ha 1 ressenya més | Jun 1, 2015 |
La Seconda Guerra Mondiale ha esaltato il determinante potere dell'arma aerea. Hitler perse la battaglia dell' Atlantico quando le portaerei di scorta e gli aerei decollati dalle nuove basi aeree nell' Atlantico cominciarono ad attaccare e distruggere i sommergibili tedeschi in ogni parte del grande oceano. Una potente flotta di portaerei americana conquistò isole ed arcipelaghi nell' oceano Pacifico, da cui partirono i tremendi e decisivi attacchi aerei sul Giappone. La Germania fu piegata da terrificanti raid aerei, che distrussero città ed industrie, eliminando contemporaneamente la potente Luftwaffe dai cieli dell' Europa.
L'Italia fu la prima nazione del Patto Tripartito ad arrendersi. La irreversibile parabola discendente delle sue fortune, iniziata con el-Alamein e lo sbarco anglo americano nel Nord Africa, arrivò al culmine con l'invasione della Sicilia, resa possibile e relativamente poco costosa dallo strapotere aereo del nemico, che dopo avere costretto Pantelleria alla resa, aveva praticamente distrutto i reparti aerei dell' Asse, che difendevano la Sicilia. Non era stata una vittoria facile. L'epica resistenza degli aviatori italiani e tedeschi era stata piegata non tanto dai combattimenti aerei, quanto dai continui ed inesorabili bombardamenti che avevano colpito giorno e notte le loro basi, i campi di fort~na e le strisce d'atterraggio nascoste fra gli ulivi. I tedeschi avevano fatto sfoggio di spirito militare, professionalità, e buoni aerei. Invece gli italiani avevano meno aerei, di cui pochi moderni, meno reintegri ed una inferiore organizzazione. Però combattevano con tanto slancio e coraggio da impressionare l'avversario. Il Quartiere Generale delle Nortwest African Air Forces dovette ammettere che "sopra la Sicilia gli Italiani avevano mostrato più spirito combattivo e spinto a fondo i loro attacchi molto meglio di quanto fecero i Tedeschi"!. E quello spirito combattivo rimase, anche mentre tutto crollava.
Dieci lunghi mesi dopo la battaglia di el-Alamein, l'Italia segnò l'armistizio il 3 settembre 1943. Le sconfitte in Africa Settentrionale, la distruzione della 6a Armata tedesca a Stalingrado, la tragedia dell' Armata Italiana in Russia ed infine l'esiziale campagna in Tunisia, avevano sottolineato sia i limiti della potenza militare tedesca, che l'inarrestabile tracollo delle Forze Armate italiane. La guerra aerea, ormai da mesi incombente sull'Italia, aveva raggiunto una violenza inimmaginabile, contribuendo a mettere a nudo tutti i difetti e limiti del sistema politico e militare nazionale e soprattutto la debolezza spirituale dei capi che avevano sospinto la nazione nella guerra, convinti che questa sarebbe stata breve e vittoriosa. Quando le sorti dell'Italia si avviarono al declino, gli uomini migliori o erano morti o erano stati emarginati. Unico punto fermo rimaneva la ineludibile alleanza con Hitler, che seppur disprezzando l'Italia, voleva spremerne a fondo le sue residue risorse a vantaggio della propria guerra. All'epoca degli accordi di Monaco, il Maresciallo dell' Aria Italo Balbo, notoriamente avverso al Patto d'Acciaio, aveva sentenziato che in caso di guerra "l'America avrebbe detto l'ultima parola"2. Purtroppo un tragico incidente aveva eliminato dalla scena italiana questo scomodo profeta.
… (més)
 
Marcat
BiblioLorenzoLodi | Hi ha 1 ressenya més | May 19, 2015 |

Estadístiques

Obres
7
Membres
10
Popularitat
#908,816
Valoració
4.0
Ressenyes
5
ISBN
1