Matthew Rubery
Autor/a de The Untold Story of the Talking Book
5+ obres 74 Membres 3 Ressenyes
Obres de Matthew Rubery
Obres associades
Book History (Volume 16) — Col·laborador — 2 exemplars
Etiquetat
612.8 Rubery (1)
_to_sort (1)
audiollibre (3)
Audiollibre (2)
bibliomania (1)
book history (3)
Comunicació (1)
criticism (1)
Crítica literària (2)
digitale (1)
DRC (1)
editoria (1)
Guia (1)
història (4)
I-read: DGF (1)
in-inglese (1)
information technology (1)
insegnamento (1)
Leah Price (1)
learning (1)
lingue (1)
Lingüística (1)
Literatura (1)
litsalon (1)
llibres sobre llibres (8)
Matthew Rubery (2)
MP3 disc folder (1)
no ficció (7)
non fiction audio (1)
non-letto (1)
October 2021 (2)
RA (1)
read in 2017 (1)
reading (1)
recensione (1)
scrittura (1)
studiare (1)
Tecnologia (3)
temi (1)
to-read-audio-background (1)
Coneixement comú
Encara no hi ha coneixement comú d'aquest autor. Pots ajudar.
Membres
Ressenyes
The Untold Story of the Talking Book de Matthew Rubery
En breve la reseña en mi blog.
Marcat
uvejota | Hi ha 1 ressenya més | Jul 26, 2023 | Questo post riguarda un libro che non può mancare nella mia biblioteca su GoodReads. Non ha una versione digitale, ha una vita cartacea, con un costo abbastanza elevato (129 euro). Perchè ne parlo allora? Semplice, da studente e studioso della lingua, della cultura e della storia di lingua inglese, non posso non scriverne perchè questo libro è un vero e proprio strumento di lavoro. Ho letto la recensione che ne ha fatto il TLS e letto gli estratti reperibili sul sito dell’Editore.
Se, mezzo secolo fa, fossi rimasto in quel seminario dell’Università I.U.O. di Napoli a continuare il mio percorso di ricercatore nello staff del compianto anglista Fernando Ferrara, avrei potuto avere a disposizione questo libro. Molta acqua è passata sotto i ponti da quel tempo. Non riesco ad immaginare come avrei potuto programmare le ricerche, alla luce dei grandi ed imprevisti mutamenti avvenuti in questo mezzo secolo per quanto riguarda la comunicazione letteraria in questa era digitale. Non avrei potuto fare a meno di un libro del genere.
Cosa significa leggere oggi nel ventunesimo secolo? Certamente qualcosa di molto diverso da quello che fu la lettura fino a quando Marshall McLuhan, intuendo l’arrivo degli imminenti cambiamenti nel mondo della comunicazione umana, ebbe a scrivere quella sua decisiva idea in quell’importante libro: The Medium is the Message. Poiché tutte le componenti umane sono coinvolte, l’atto del leggere assume una dimensione di significato mai avuto prima.
Sin dal titolo di questo libro, Further Reading, in italiano “Ulteriori letture”, si intuiscono le intenzioni degli autori: far capire che leggere è un continuo “work-in-progress”, inteso come cambiamento e trasformazione. Il libro riunisce trentuno saggi attingendo ad approcci diversi come il formalismo, lo storicismo, le neuroscienze, la disabilità, il calcolo e tante altre cose ancora. I collaboratori cercano di dare delle ragionevoli risposte alle seguenti domande: Cosa intendiamo quando parliamo di “lettura” oggi? Come stanno evolvendo le tecniche di lettura nell’era digitale? Qual è il futuro della lettura?
Questa raccolta di saggi introduce nuovi modi di concettualizzare le forme, i confini e gli usi del termine. I contributi dei vari scrittori si muovono su diversi piani di studio. Vanno da scenari antichi e moderni, a pubblici e privati, individuali e collettivi. Gli stili possono essere a portata di mano o distanti, tecnici o critici, previsti o assegnati.
Vengono coinvolti anche i sensi di chi legge quali la vista, i suoni, il tatto e il contatto, l’oralità e la sordità, in termini di accessibilità. Uno scenario molto importante è, ovviamente, il cervello. Sono coinvolte le neuroscienze, la rappresentazione e la lettura mentale con lo status sociale, la consapevolezza e il piacere di leggere, senza ignorare possibili problemi, quali la dislessia.
Lo scenario del futuro è quello che offre stimoli importanti per capire come e quanto la tecnologia influenzerà le nostre intenzioni di lettura. In che modo le tecnologie tracciano la nostra lettura? I dispositivi digitali oggi possono monitorare non solo ciò che si legge elettronicamente, ma quando, dove e per quanto tempo. Si mira a mettere in rilievo ciò che è nuovo o diverso nelle tecnologie digitali emergenti e nelle forme di lettura che promuovono.
Come ho detto innanzi, non avendo la possibilità di avere il libro tra le mani, (è stato pubblicato soltanto in versione cartacea ad un prezzo non molto popolare), ho potuto però “scorrere”, per così dire, la sintesi dei capitoli in maniera digitale sul sito della casa editrice OUP. Molto opportunamente si offre ai lettori la possibilità di leggere la sintesi dei capitoli per stimolarne l’acquisto in maniera integrale. Ecco una dimostrazione pratica di quanti possono essere i modi di lettura che abbiamo a disposizione con la moderna tecnologia. L’apertura è al mercato. I lettori di questa nuova antologia potrebbero sentirsi stranamente consapevoli di ciò che stanno effettivamente facendo quando stanno leggendo.
Una lettura può essere “assegnata”, studiandola perché devono (se, ad esempio, hanno bisogno di recensirla per un giornale letterario) oppure in modo lineare, saltando alcune parti e tornando più volte ad altre; una modalità di lettura “ripetuta”; possono recitare parti ad alta voce a qualcun altro, una pratica standard già in uso nell’antica Roma. In quel tempo “leggere” in realtà significava “essere letto dal proprio schiavo”. Se stiamo maneggiando e sfogliando le pagine di una copia fisica, sperimenteremo il libro in una modalità tattile. Possiamo anche improvvisamente renderci conto di essere “subvocalizzati” al suono mentale di sillabe scritte se leggiamo in audio.
A questo punto i lettori potrebbero anche finire per chiedersi cosa diavolo sia la lettura. Questo è precisamente il punto di questa affascinante raccolta. È diventato un tema caldo nel mondo accademico, e non solo, negli ultimi anni, come testimoniato da una tassonomia sempre più complicata delle sue diverse modalità: vicino, profondo, distante, superficiale e iper. Ma invece di mappare diligentemente lo stato del campo di studio, il libro si spinge oltre i suoi confini e crea nuove connessioni, come suggerisce il titolo stesso.
Questo libro è un contributo interessante allo studio della lettura non perché fornisce un quadro definitivo dell’argomento, ma perché ne fornisce uno vasto ed eterogeneo. I suoi trentuno saggi abbracciano diverse discipline e diversi punti di vista: studi sulla disabilità, calcolo, neuroscienze e psicologia, nonché bibliografia. Emerge un tema fondamentale: viene messo in discussione quell’evanescente sentimentalismo che spesso la circonda la lettura.
Scrivono i redattori: “qui non troverete nessuna affermazione disinvolta quale quella che leggere ci rende persone migliori”. L’immagine convenzionale della lettura come immersione silenziosa e solitaria nella letteratura viene costantemente annullata. In una maniera o in un’altra, ci sorprendiamo a leggere sempre in ogni momento della nostra vita moderna, che lo vogliamo o meno. Il mondo ci assale costantemente con cartelli, cartelloni pubblicitari e messaggi scorrevoli, lampeggianti ed effimeri di ogni tipo, inclusi tutti i mezzi digitali.
La sezione finale del libro, “Futures”, è più speculativa. Esplora i confini esterni della lettura. Qui l’attenzione si sposta da ciò che viene letto alla domanda più strana di chi o cosa si sta leggendo. Nell’era della lettura automatica, siamo noi a essere “letti di minuto in minuto”, dalle tecnologie algoritmiche. Allo stesso modo viene sottolineato come i nostri media abbiano ribaltato la situazione: un Kindle ci legge tanto quanto noi lo leggiamo, monitorando i nostri progressi e registrando i nostri passaggi preferiti.
Anche i “libri d’artista” giocano una parte importante con l’idea di pagine sensibili al calore. Rispondono, cioè al tocco della mano di un lettore per rivelare il testo nascosto. Si va anche oltre: la lettura può eseguita di routine, in collaborazione con “attori non umani” (macchine, schermi e software). La poesia diventa elettronica e auto-animata, suggerisce creazioni. Funziona in modi che non richiedono il coinvolgimento di un lettore esterno. Si legge efficacemente da sola.
La lettura potrebbe ben presto, almeno in alcuni contesti, diventare qualcosa per cui gli esseri umani non sono più centrali, o addirittura necessari. Arriviamo così alla “pillola-chip” che legge per noi … “Further reading”, appunto!… (més)
Se, mezzo secolo fa, fossi rimasto in quel seminario dell’Università I.U.O. di Napoli a continuare il mio percorso di ricercatore nello staff del compianto anglista Fernando Ferrara, avrei potuto avere a disposizione questo libro. Molta acqua è passata sotto i ponti da quel tempo. Non riesco ad immaginare come avrei potuto programmare le ricerche, alla luce dei grandi ed imprevisti mutamenti avvenuti in questo mezzo secolo per quanto riguarda la comunicazione letteraria in questa era digitale. Non avrei potuto fare a meno di un libro del genere.
Cosa significa leggere oggi nel ventunesimo secolo? Certamente qualcosa di molto diverso da quello che fu la lettura fino a quando Marshall McLuhan, intuendo l’arrivo degli imminenti cambiamenti nel mondo della comunicazione umana, ebbe a scrivere quella sua decisiva idea in quell’importante libro: The Medium is the Message. Poiché tutte le componenti umane sono coinvolte, l’atto del leggere assume una dimensione di significato mai avuto prima.
Sin dal titolo di questo libro, Further Reading, in italiano “Ulteriori letture”, si intuiscono le intenzioni degli autori: far capire che leggere è un continuo “work-in-progress”, inteso come cambiamento e trasformazione. Il libro riunisce trentuno saggi attingendo ad approcci diversi come il formalismo, lo storicismo, le neuroscienze, la disabilità, il calcolo e tante altre cose ancora. I collaboratori cercano di dare delle ragionevoli risposte alle seguenti domande: Cosa intendiamo quando parliamo di “lettura” oggi? Come stanno evolvendo le tecniche di lettura nell’era digitale? Qual è il futuro della lettura?
Questa raccolta di saggi introduce nuovi modi di concettualizzare le forme, i confini e gli usi del termine. I contributi dei vari scrittori si muovono su diversi piani di studio. Vanno da scenari antichi e moderni, a pubblici e privati, individuali e collettivi. Gli stili possono essere a portata di mano o distanti, tecnici o critici, previsti o assegnati.
Vengono coinvolti anche i sensi di chi legge quali la vista, i suoni, il tatto e il contatto, l’oralità e la sordità, in termini di accessibilità. Uno scenario molto importante è, ovviamente, il cervello. Sono coinvolte le neuroscienze, la rappresentazione e la lettura mentale con lo status sociale, la consapevolezza e il piacere di leggere, senza ignorare possibili problemi, quali la dislessia.
Lo scenario del futuro è quello che offre stimoli importanti per capire come e quanto la tecnologia influenzerà le nostre intenzioni di lettura. In che modo le tecnologie tracciano la nostra lettura? I dispositivi digitali oggi possono monitorare non solo ciò che si legge elettronicamente, ma quando, dove e per quanto tempo. Si mira a mettere in rilievo ciò che è nuovo o diverso nelle tecnologie digitali emergenti e nelle forme di lettura che promuovono.
Come ho detto innanzi, non avendo la possibilità di avere il libro tra le mani, (è stato pubblicato soltanto in versione cartacea ad un prezzo non molto popolare), ho potuto però “scorrere”, per così dire, la sintesi dei capitoli in maniera digitale sul sito della casa editrice OUP. Molto opportunamente si offre ai lettori la possibilità di leggere la sintesi dei capitoli per stimolarne l’acquisto in maniera integrale. Ecco una dimostrazione pratica di quanti possono essere i modi di lettura che abbiamo a disposizione con la moderna tecnologia. L’apertura è al mercato. I lettori di questa nuova antologia potrebbero sentirsi stranamente consapevoli di ciò che stanno effettivamente facendo quando stanno leggendo.
Una lettura può essere “assegnata”, studiandola perché devono (se, ad esempio, hanno bisogno di recensirla per un giornale letterario) oppure in modo lineare, saltando alcune parti e tornando più volte ad altre; una modalità di lettura “ripetuta”; possono recitare parti ad alta voce a qualcun altro, una pratica standard già in uso nell’antica Roma. In quel tempo “leggere” in realtà significava “essere letto dal proprio schiavo”. Se stiamo maneggiando e sfogliando le pagine di una copia fisica, sperimenteremo il libro in una modalità tattile. Possiamo anche improvvisamente renderci conto di essere “subvocalizzati” al suono mentale di sillabe scritte se leggiamo in audio.
A questo punto i lettori potrebbero anche finire per chiedersi cosa diavolo sia la lettura. Questo è precisamente il punto di questa affascinante raccolta. È diventato un tema caldo nel mondo accademico, e non solo, negli ultimi anni, come testimoniato da una tassonomia sempre più complicata delle sue diverse modalità: vicino, profondo, distante, superficiale e iper. Ma invece di mappare diligentemente lo stato del campo di studio, il libro si spinge oltre i suoi confini e crea nuove connessioni, come suggerisce il titolo stesso.
Questo libro è un contributo interessante allo studio della lettura non perché fornisce un quadro definitivo dell’argomento, ma perché ne fornisce uno vasto ed eterogeneo. I suoi trentuno saggi abbracciano diverse discipline e diversi punti di vista: studi sulla disabilità, calcolo, neuroscienze e psicologia, nonché bibliografia. Emerge un tema fondamentale: viene messo in discussione quell’evanescente sentimentalismo che spesso la circonda la lettura.
Scrivono i redattori: “qui non troverete nessuna affermazione disinvolta quale quella che leggere ci rende persone migliori”. L’immagine convenzionale della lettura come immersione silenziosa e solitaria nella letteratura viene costantemente annullata. In una maniera o in un’altra, ci sorprendiamo a leggere sempre in ogni momento della nostra vita moderna, che lo vogliamo o meno. Il mondo ci assale costantemente con cartelli, cartelloni pubblicitari e messaggi scorrevoli, lampeggianti ed effimeri di ogni tipo, inclusi tutti i mezzi digitali.
La sezione finale del libro, “Futures”, è più speculativa. Esplora i confini esterni della lettura. Qui l’attenzione si sposta da ciò che viene letto alla domanda più strana di chi o cosa si sta leggendo. Nell’era della lettura automatica, siamo noi a essere “letti di minuto in minuto”, dalle tecnologie algoritmiche. Allo stesso modo viene sottolineato come i nostri media abbiano ribaltato la situazione: un Kindle ci legge tanto quanto noi lo leggiamo, monitorando i nostri progressi e registrando i nostri passaggi preferiti.
Anche i “libri d’artista” giocano una parte importante con l’idea di pagine sensibili al calore. Rispondono, cioè al tocco della mano di un lettore per rivelare il testo nascosto. Si va anche oltre: la lettura può eseguita di routine, in collaborazione con “attori non umani” (macchine, schermi e software). La poesia diventa elettronica e auto-animata, suggerisce creazioni. Funziona in modi che non richiedono il coinvolgimento di un lettore esterno. Si legge efficacemente da sola.
La lettura potrebbe ben presto, almeno in alcuni contesti, diventare qualcosa per cui gli esseri umani non sono più centrali, o addirittura necessari. Arriviamo così alla “pillola-chip” che legge per noi … “Further reading”, appunto!… (més)
Marcat
AntonioGallo | May 6, 2021 | Really interesting though a bit repetitive history of the audiobook, mostly in the US and secondarily in Britain. I hadn’t thought about the history of technology as a history of disability at the same time, but that was my error. Rubery recounts the ways in which audiobooks were both touted as making books available to those who couldn’t read print (especially those who lost sight late in life and hadn’t learned Braille) and also condemned as being less than real reading, reflecting serious debates in the print-disabled community and equally serious demand for reading material. Questions of censorship were also significant, as governmental institutions strove to avoid controversy and provide “uplifting” material, while blind readers themselves wanted access to the books their friends and family were reading, however “pornographic.” (This puts audiofic in a new context for me.) There were also recurring debates about what the narrator should be like—mechanical (so as to more nearly replicate the experience of meeting the text on one’s own, without interpretation), varying voices by character/speaker, sharing the author or narrator’s sex/race/etc. characteristics, and so on.… (més)
Marcat
rivkat | Hi ha 1 ressenya més | Apr 11, 2018 | Llistes
READ in 2023 (1)
StoryTel 2023 (1)
Premis
Potser també t'agrada
Autors associats
Estadístiques
- Obres
- 5
- També de
- 2
- Membres
- 74
- Popularitat
- #238,154
- Valoració
- ½ 3.6
- Ressenyes
- 3
- ISBN
- 26