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Mankind and Mother Earth: A Narrative History of the World (1976)

de Arnold Joseph Toynbee

MembresRessenyesPopularitatValoració mitjanaConverses
1832148,588 (3.77)Cap
The final work of the preeminent world historian of our time presents a general, balanced narrative of the world's great civilizations, East and West, from ancient Sumerian to modern technological.
  1. 00
    DK World History Atlas: Mapping the Human Journey de DK (Oct326)
    Oct326: Due opere complementari: entrambe forniscono una panoramica generale della storia dell'umanità; quella di Toynbee lo fa in parole, l'Atlante Storico lo fa prevalentemente in mappe e immagini.
  2. 00
    Il mondo attuale de Fernand Braudel (Oct326)
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«L'Uomo ucciderà la Madre Terra, o la riscattera? Può ucciderla con il suo cattivo uso della sua crescente potenza tecnologica. Ma può anche riscattarla, sconfiggendo quell'avidità suicida e aggressiva che rappresenta il prezzo del dono della vita da parte della Grande Madre. Questo è l'enigma che l'Uomo si trova ad affrontare.»
Arnold J. Toynbee
In questo libro, che è anche la sua ultima opera, Toynbee ripercorre l'intera storia dell'umanità, fino a toccare l'origine stessa del rapporto tra la Terra e l'Uomo. Così facendo, restituisce alla storia il ruolo di maestra, e insieme l'antica dignità che le attribuivano gli antichi, quando Strabone definiva gli storici come vati e veggenti. Da questa vertiginosa cronaca dell'incontro del genere umano con la Grande Madre emergono – chiari quanto conturbanti – la natura dei rapporti filiali dell'Uomo con la Terra e il problema che questi rapporti pongono oggi. Grandiosa sintesi di uno dei massimi storici del nostro tempo, Il racconto dell'uomo ci consegna un messaggio profondo e solenne sulle possibilità e sui compiti futuri dell'umanità. ( )
  vecchiopoggi | Jan 31, 2016 |
In quest'opera Arnold Toynbee offre una panoramica generale della storia dell'umanità. Scritta in tarda età e pubblicata postuma, ammirevole per la vastità delle conoscenze che rivela, potrebbe forse essere considerata una specie di lascito per il lettore comune, da un uomo che ha dedicato gran parte della sua vita alla storia.
I primi capitoli inquadrano ciò che si può definire la condizione umana sulla Terra: quella di un essere vivente dotato, a differenza di tutti gli altri, di "coscienza e finalità", in cui si incontrano enigmaticamente la dimensione fisica e corporea, e la dimensione spirituale e morale. Un essere che vive nella biosfera, la tenue pellicola abitabile sulla superficie di un pianeta insignificante, nella quale, non sappiamo come e perché, si è prodotta la vita, e che nel corso del tempo è giunto a possedere una tale potenza di azione sul mondo fisico da mettere in pericolo l'esistenza della biosfera stessa, compresa la sua propria specie. E ancora, un essere che ha conseguito una conoscenza sempre maggiore del mondo fisico, ma per cui restano misteriose le ragioni ultime dell'esistenza dell'universo, e che deve ricorrere alle risposte "inverificate e inverificabili" fornite dalle religioni.
Nella lunga narrazione, Toynbee si pone l'obiettivo esplicito di superare un punto di vista centrato sull'Europa (o comunque, sull'Occidente), per fornire una panoramica equilibrata sia nel tempo sia nello spazio. Quindi, rispetto alle più usuali visioni della storia, non dilata gli avvenimenti più vicini nel tempo, e dedica ampio spazio alle civiltà extraeuropee. Ci riesce piuttosto bene, con la vistosa eccezione di quelle dell'Africa subsahariana, su cui non c'è nemmeno una parola (non dice nulla nemmeno dei nativi nordamericani o degli aborigeni australiani, degli amazzoni o dei fuegini, ma questi sembrano davvero popoli senza storia). Oltre alle vicende politiche, nella narrazione accenna anche ai principali sviluppi culturali ed economici, e dà ampio rilievo alla religione (che definisce "la chiave di volta della civiltà"). Spesso pratica rapidi confronti e parallelismi tra aspetti di civiltà lontane tra loro nello spazio e nel tempo. E non risparmia, qua e là, osservazioni pungenti o amare sulle vicende umane. È una panoramica a grande raggio e nel complesso distaccata quella che Toynbee fa, ma non certo ottimistica. Non c'è nessuna esaltazione dell'umanità o del progresso; mi sembra anzi di percepire una certa amarezza di fondo, una dose di realistico, temperato pessimismo, che si manifesta con più evidenza nelle preoccupazioni ambientalistiche evidenti soprattutto nei capitoli introduttivi e in quelli finali.
L'esposizione purtroppo tende ad essere un po' confusa, ma potrebbe dipendere dalla traduzione, che mi dà l'impressione di non essere ben fatta, e contiene parecchi errori (di date, di nomi). ( )
  Oct326 | Jan 2, 2013 |
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The final work of the preeminent world historian of our time presents a general, balanced narrative of the world's great civilizations, East and West, from ancient Sumerian to modern technological.

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