Daniele aprì gli occhi e scosse la testa. Nel mettersi seduto, le sue mani affondarono nel muschio impregnato d'acqua. C'era nebbia attorno a lui, che rendeva la radura spettrale e inquietante. Anche gli alberi, vestiti con abiti di licheni e con i rami che si protendevano fin dentro lo stagno, avevano un che di spiritico. Il terreno odorava di freddo e do fango, le rocce erano ricoperte da una patina luccicante e vischiosa, le foglie, eccezion fatta per poche reduci che ondeggiavano al vento, pavimentavano il tutto.