Had to read it for a book report. It was surprisingly really good! ( )

Un diario (vero). L'Aia. La quotidianità di una ragazzina della borghesia olandese che vive all'Aja e frequenta scuole e circoli sportivi dove nessuno si cura delle origini o della religione dell'altro, ma si è semplicemente "amici e compagni", si frantuma piano piano con l'arrivo della guerra e dell'invasione nazista dell'Olanda. La famiglia di Edith, composta dai genitori (mamma tedesca e papà olandese), dai fratelli di Edith, dagli zii olandesi e tanti cugini e ad un certo punto anche dalla nonna che, convinta dalla figlia, la mamma di Edith, viene a vivere con loro, quasi senza avvedersene, piano piano si smembra e si distacca dei suoi componenti, dal fratello maggiore che il padre manda in America, alla mamma che subisce un intervento e ne ha lunghe conseguenze e rimane relegata in ospedale, via via fino alla "fuga" di Edith, che viene accolta e nascosta, sotto falso nome, da una famiglia d'una cittadina di provincia, che l'aiuta a salvarsi la vita. Una realtà sull'olocausto cha tutti dovrebbero conoscere, (fonte: Amazon)

I really liked Edith's point of view. This was a good book to get the view of someone in hiding as opposed to at a camp, and how things worked on the "outside" for Jews. ( )