Ho atteso il quarto numero del Bouncer a lungo. E devo dire che non vedo l’ora che terminino le pubblicazioni dell’edizione integrale in modo da poter leggere l’intera saga tutta di un fiato. Boucq abbandona Jodorowsky e prende in mano la situazione; l’ennesima bella storia, una nuova avventura; Panchita è una bambina tatuata; e il padre l’ha raccomandata al Bouncer; quei tatuaggi, però, rappresentano la mappa per arrivare ad un tesoro, l’oro maledetto, per l’appunto, che in realtà è il frutto di una rapina. Panchita è una bambina e tatua una sua amica per gioco; gioco che costa caro alla bambina che viene uccisa e scalpata; dopo poco Panchita viene rapinata; ed inizia l’ennesima, appassionante avventura del Bouncer, tra criminali, una contessa obesa, un buon orologiaio, le amazzoni, buoni e cattivi. La qualità del tratto è, al solito, altissima; l’assenza di Jodorowsky oggettivamente si nota; la storia è sicuramente avvincente, ma la qualità è diversa. Ora aspettiamo il quinto volume. ( )