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S'està carregant… El Consell d'Egipte (1963)de Leonardo Sciascia
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Apunta't a LibraryThing per saber si aquest llibre et pot agradar. No hi ha cap discussió a Converses sobre aquesta obra. Deze historische roman berust op ware feiten uit het Palermo van 1782: de vervalsing van enkele historische documenten en de voortijdig fout gelopen poging tot revolutie. Het verhaal op zich lijkt voor Sciascia niet meteen op de voorgrond te staan. Veeleer lijkt het een vertrekpunt om stil te staan bij het maatschappijbestel van die tijd, bij de grote en kleine (on)deugden van de mensen die er leefden, bij waarheid en dichting (om even een verwijzing te maken naar Goethe wiens naam ook heel even passeert in het boek), bij geschiedschrijving en de schrijvers ervan. En evenzeer houdt Sciasia ons in de 21e eeuw nog een spiegel voor: "Zijn levensuren zouden van wanhoop vervuld zijn geweest mocht hij ook maar het minste voorgevoel hebben gehad dat in de stralende toekomst die hij voorzag hele volkeren zich zouden wijden aan het folteren van andere volkeren; dat ontwikkelde mensen, muziekliefhebbers, voorbeeldige huisvaders, dierenvrienden, miljoenen medemensen met koele berekening, met barbaarse foltertechnieken zouden vermoorden en dat zelfs de meest directe erfgenamen van de rede de 'proef' weer zouden instellen, niet meer als onderdeel van de rechtspraak, zoals het tenminste was toen hij hem onderging, maar gewoonweg als onderdeel van het bestaan zelf." (p. 219) O, ironie. ( ) El Archivo de Egipto es la historia de una impostura. En el siglo XVIII, en la alejada Palermo hasta la que también llegan los aires y las luces de la Razón, un orondo personaje, el abate Vella, va a poner en entredicho los más conservadores y arraigados cimientos de la sociedad siciliana. Para congraciarse con la Sacra Real Majestad de Nápoles, el clérigo, ávido de riquezas, finge traducir un códice de la época de la dominación árabe en Sicilia. Lo que está haciendo, sin embargo, es inventar, con talento de escritor y conocimientos de humanista, El Archivo de Egipto, documento que va a sembrar el terror entre los nobles al descubrir al mundo que los privilegios de la aristocracia carecen de legitimidad histórica. Como en tantas otras ocasiones, la anéctota de la formidable estafa servirá a Leonardo Sciascia para llevar a cabo una irónica y siempre lúcida reflexión sobre la naturaleza y contradicciones de los hombres. Documento e invenzione, rappresentazione della realtà e falsificazione storiografica Nelle fasi di grandi trasformazioni storico-sociali c’è chi abbraccia con convinzione e disinteressata generosità le nuove idee e chi invece pensa di poterle utilizzare ai propri fini e per il proprio esclusivo tornaconto. Su questo doppio binario Sciascia costruisce un romanzo storico breve e godibilissimo intrecciando abilmente i due piani. L’ambiente è quello della Sicilia sul finire del ‘700 dove spira il vento della Rivoluzione Francese e arriva l’eco degli scritti del Beccaria. In questo contesto, uno sparuto gruppo di nobili ‘controcorrente’ organizza una congiura di ispirazione giacobina e parallelamente un abate di pochi scrupoli ordisce un imbroglio storico-letterario per minare, con presunto supporto ‘documentario’, i diritti della nobiltà più retriva e acquisire meriti presso quanti coltivano, nell'ambito della Corte, simpatie illuministe. Entrambe le operazioni finiscono male e il peggio tocca al promotore della congiura. Al di là dell’intreccio e dell’ambientazione storica, peraltro molto efficace, è di grande pregnanza, dal mio punto di vista, il problema di fondo toccato da Sciascia che è quello della verità/falsità del racconto storico. Si tratta di un tema dibattuto da sempre: basti pensare a Erodoto che se per molti, Cicerone in primis, è ‘il padre della storia’ per altri è invece ’il padre della menzogna’. Quello che è davvero notevole è che questo romanzo, pubblicato nel 1963, preceda di dieci anni la fondamentale riflessione di Hayden White sul rapporto tra dato storico e strutture narrative (Metahistory, 1973). I grandi scrittori, e Sciascia è tra questi, hanno questa capacità: sanno percepire, interpretare e talvolta addirittura anticipare il ‘Zeitgeist’ o almeno alcuni dei suoi aspetti salienti. Il consiglio... Ancora una grande prova di Leonardo Sciascia che raccontandoci una storia realmente accaduta, basata sulla falsificazione di notizie storiche della Sicilia, non perde occasione per divagare sulla reale consistenza degli uomini, mettendone in risalto i soliti vizi endemici, con tratti ironici e dissacranti, e concedendosi una specifica caratterizzazione per gli abitanti della Sicilia dove i fatti si sono svolti. Il risultato è un mirabile affresco temporale di storia siciliana, reso insieme a tutte le sue componenti di varia umanità ben raccontata e descritta da Sciascia. Non posso fare a meno di ricordare, anche perché mi hanno molto colpito, le pagine strazianti verso la fine del libro, dove vengono descritte le torture inflitte al presunto capo della congiura che doveva rovesciare il governo della Sicilia e, insieme a quello, le considerazioni che la vittima fa mentre le subisce, pagine che fanno veramente pensare alle parole che Sciascia dice in un altro suo libro: "Ma " la tortura non è un mezzo per iscoprire la verità, ma è un invito ad accusarsi reo ugualmente il reo che l'innocente; onde è un mezzo per confondere la verità non mai per iscoprirla" : e questo i giudici lo sapevano anche allora, si sapeva anche da prima che Pietro Verri scrivesse le sue Osservazioni sulla tortura, si è saputo da sempre. Nella mente e nel cuore, in ogni tempo e in ogni luogo, ogni uomo che avesse mente e cuore l'ha saputo: e non pochi tentarono di comunicarlo, di avvertirne coloro che scarsamente e poco cuore avevano." In quelle considerazioni c’è l’augurio che possa venire un tempo in cui non ci saranno più uomini che tortureranno altri uomini in nome di chissà quali leggi o di quali diritti. Purtroppo però, guardando come vanno le cose ancora nel mondo, questo al momento è destinato a rimanere solo un augurio… Sense ressenyes | afegeix-hi una ressenya
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The Benedictine whisked a brush of multicoloured feathers over the top of the book, puffed out his plump cheeks like the god of winds in an old nautical map, blew black dust from the leather cover, and, with a shiver of what in the circumstances seemed delicate trepidation, laid the volume open on the table. Palermo, 1783: The barons pursue feuds and petty plotting. Their wives indulge in forbidden French novels. And the porcine abbot Vella, eager to curry favour with Naples, 'invents' an ancient Arabic chronicle, The Council of Egypt, that rewrites Sicilian history. No s'han trobat descripcions de biblioteca. |
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Google Books — S'està carregant… GèneresClassificació Decimal de Dewey (DDC)853.914Literature Italian Italian fiction 1900- 20th Century 1945-1999LCC (Clas. Bibl. Congrés EUA)ValoracióMitjana:
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