Questo è uno dei tanti libri adocchiati per caso che ha finito per stupirmi. Iniziato in sordina, ha finito per conquistarmi e farsi divorare fino all'ultima parola.

Come da titolo, il protagonista è Olaf, vichingo tutto d'un pezzo per il quale il Fato avrà in serbo grandi gioie e grandi dolori. Olaf non è uomo da scendere a compromessi ed è sincero anche a scapito della sua sicurezza personale. È uno di quegli uomini per i quali vale il motto: meglio morto che senza onore. Uno di quelli per i quali la parola data è sacra e inviolabile e che non tradirebbe mai i propri principi.

Olaf è un tipo vecchio stampo e anche il libro che parla di lui ha un sapore antico, il sapore dei vecchi poemi eroici, dove il Fato spinge verso il loro destino gli uomini, che possono soltanto scegliere di affrontarlo a testa alta o voltargli vigliaccamente le spalle, per poi essere colpiti dall'infamia.

Grandiosa e commovente, la storia di Olaf ci mostrerà la forza della rettitudine, una forza capace di dare a un uomo il coraggio di affrontare la propria sorte anche dopo aver perso tutto ciò che lo aveva definito fino a quel momento. ( )

I read this about 40 years ago, so my memory is spotty, but it involves a Viking Varangian at the court of the Empress Irene c.800. One singular aspect is that Frederick Rolfe wrote a more fantastic (and to my mind more enjoyable) sequel, The Weird of the Wanderer. ( )

This is old-fashioned adventure with an emphasis on old fashioned. I'm not going to claim that Haggard even at his best is the same order of classic as the best by Charles Dickens, the Brontes, George Eliot or Thomas Hardy. But like fellow Victorians Arthur Conan Doyle or Robert Louis Stevenson or Rudyard Kipling, Haggard really could spin a good yarn, and the fantasy genre in general owes him a great debt. Ten of his books are on my bookshelves. I gobbled those up in my teens and most I remember very, very well even decades later. My favorite of his novels involve Ayesha, known as She-Who-Must-Be-Obeyed, especially the book Wisdom's Daughter. But, this is definitely one of the others I found greatly enjoyable, and Olaf is one of Haggard's most memorable heroes--again, old-fashioned, in good senses and bad. The sensibilities and stereotypes in Haggard's books are going to scrape against modern, politically correct sentiments--but they also present a hero for whom words like "duty" and "honor" aren't quaint relics--and there's more imagination and daring do in a novel like this one than you'll find in any ten published in fantasy today. Colorful is how I'd put it, at times bordering on the purple, but certainly not dull. ( )