la vuelta de la joven y huėrfana King al hogar familiar pensando quedarse a vivir con su abuela paterna, su única familia, se convierte en una simple visita, ya que su abuela traslada a ella el resentimiento y el odio que tenía hacia su madre a la que siempre vio como causante de las desgracias de
su hijo. Así que la abuela, con una frialdad espeluznante, le invita a marcharse lo antes posible de su casa. ( )

Non è stato precisamente come me lo aspettavo. Difficile parlare di aspettative rispetto a un'autrice pressocché sconosciuta di cui non si è mai letto nulla, in verità. La quarta copertina mi aveva ispirato particolarmente e a livello di atmosfera, di densa ma asciuttissima prosa non posso dire di essere rimasto deluso. Più perplesso mi hanno lasciato i personaggi, non tanto la protagonista quando i comprimari. E il finale, quello davvero l'ho trovato di difficile compresione. ( )

Non è stato precisamente come me lo aspettavo. Difficile parlare di aspettative rispetto a un'autrice pressocché sconosciuta di cui non si è mai letto nulla, in verità. La quarta copertina mi aveva ispirato particolarmente e a livello di atmosfera, di densa ma asciuttissima prosa non posso dire di essere rimasto deluso. Più perplesso mi hanno lasciato i personaggi, non tanto la protagonista quando i comprimari. E il finale, quello davvero l'ho trovato di difficile compresione. ( )

This is a novella by the Irish author Maeve Brennan, who wrote for many years for The New Yorker. It concerns Anastasia King, who, after six years in Paris, is returning to Ranelagh, Dublin (where, incidently, my own mother's family home was). In Paris she was looking after her mother, who had sought refuge there from her failed marriage; her mother has now died and she is returning to the home of her grandmother (her father's mother).
The story hinges on the reception she meets with, and on the reader's growing realisation of the part the grandmother played in her son's marriage. Anastasia, lonely and rejected, is desperate to find a home; but she is herself flawed, self-absorbed.
A grim little piece on bitterness and vengefulness with a shocking ending, it also illustrates how the victim often continues the pattern of wronging others.

A suffocating novella. Brennan's writing is spare and undramatic. Her control over the angry drama and stifling despair is superb. Her prose is often lyrical, her imagery vivid and sad. Even in this early work, her understanding of and interest in loneliness and placelessness is apparent and unsettling. The ending left me disturbed. Warrants a second (and third) visit. ( )