Exceptional story

One of my favorites in the series. ( )

«Dici a te stesso che lo hai fatto per tuo figlio così puoi dormire di notte. Io dico a me stesso che quello che ho fatto a Jake l'ho fatto per non perdere la possibilità di raggiungere la Torre... e questo serve a me per dormire di notte. La differenza che passa tra noi, la sola differenza è che io non ho mai accettato un paio d'occhiali.»

Generalmente detesto le lunghe digressioni in corso di serie: danno spesso l'impressione di essere solo un espediente per riempire le tasche a spese dei lettori. I Lupi del Calla è una lunga digressione rispetto al cammino verso la Torre.

O almeno è quello che sembra ad un primo impatto. In realtà, arrivati in fondo al romanzo, sembra più che sia una lunga spiegazione di dettagli fondamentali per arrivare alla misteriosa Torre Nera. La rosa, Calvin Torre, Padre Callahan, i Lupi, i gemelli, i Frangitori, Mia... tutti passi verso la Torre Nera.

La storia di Callahan, in particolare, occupa una buona porzione di romanzo e l'ho trovata davvero toccante. Mentre raccontava, non riuscivo davvero a staccarmi dalle pagine. Penso che sarà un'interessante aggiunta al nostro ka-tet, sempre che entri a farne parte.

Susannah e Jake si prendono delle belle batoste a questo giro. Di Susannah sapremo di più nel prossimo libro, mentre quello che è accaduto a Jake mi ha davvero colpito a fondo. Spero che Oy gli faccia tante coccole...

Anche Roland ha il suo bel daffare, tra la comparsa di subdoli dolori e la sua convinta necessità di mantenere certi segreti al suo ka-tet (per poi sentirsi una schifo quando i suoi compagni non reagiscono così male come aveva pensato). Ma lui è così: un pistolero tostissimo.

Eddie, infine, è lo stesso coglione di sempre, la perfetta spalla di Roland, che è così inavvicinabile da non sembrare quasi umano. Eddie, con la sua voglia di scherzare e le sue freddure, ci mostra il lato umano di una storia di eroi. ( )

3.25 stars. this is the best in the series so far. best for characterization, plotting, pacing, all that stuff. it felt - not as much as the wind through the keyhole, but still - like a bit of a diversion from the main story. the chasing of the tower seemed to take a backseat, although i see how it's all intertwined in a way that the story in the last book really was a scenic outcropping on the road, and how this diversion builds the main story. and the ending is a great cliff hanger that made me want to immediately pick up the next one to know what was going to happen to susannah, and where (really, when) she went.

one thing he's done well in this series is make all the different dialects he has to for each of the communities they come across. this was my favorite of the ones he's written i hope they keep talking this way for a while, if it do ya fine. it's maybe a little like his maine speech, which might make it more true and more complete, but whatever it is, i like it, kennit.

i really liked the way he talked about abortion in this. that as soon as the idea comes up, people who before would have rationally discussed the people involved can't see her for who she is anymore: "Susannah was no longer Susannah to this man. She had become the woman." that said, the pregnancy she was sure of in the earlier book wasn't addressed and i wish he had been consistent with that.

this was funny to me:
"'Your Man Jesus seems to me a bit of a son of a bitch when it comes to women," Roland said. 'Was He ever married?'
The corners of Callahan's mouth quirked. 'No,' he said, 'but His girlfriend was a whore.'
'Well,' Roland said, 'that's a start.'" ( )

I've heard that the series goes downhill from here, which is a shame, because I felt that Wolves of the Calla was on-par with the first couple of books in the series. ( )