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Poison in Athens (2004)

de Margaret Doody

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974279,252 (2.88)Cap
It is the autumn of 330 BC, and three law cases are exciting Athens: the malicious wounding of a wealthy citizen; a bizarre murder by hemlock; and an accusation of impiety against the courtesan Phryne. The court proceedings and surrounding speculation stir up strong feelings: disgust for depraved sensuality and deep political passions amongst the city’s populace. A crucial lack of judgement eventually brings affairs to a boiling point. Aristotle, recollecting the death of Socrates and strongly aware of the city’s tensions and of the fragile nature of political constitutions, intervenes, lest the forthcoming trials break Athens into fragments. From the Paperback edition.… (més)
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Benché uscito in una collana chiamata ‘Noir nella storia’, va detto innanzitutto che questo libro non è un noir, bensi un giallo d’impianto convenzionale, costruito com’è sulla ricerca del colpevole di una morte all’apparenza inesplicabile. Su un totale di più di quattrocento pagine, però, la parte investigativa occupa all’incirca tra un terzo e la metà dello spazio complessivo: il resto è dedicato invece agli usi e costumi dell’antica Grecia, con una minuziosità in cui l’autrice sembra dare sfogo alla propria conoscenza e alla propria passione per la classicità. Solo per fare un esempio, l’intero secondo capitolo è occupato da una lunga discussione, del tutto superflua per lo sviluppo complessivo e ambientata al Liceo, in cui si valutano le varie forme di governo della polis, ma non da meno sono le descrizioni dei processi all’Areopago o delle digressioni rurali del co-protagonista Stefanos. Il problema, al tirar delle somme, è che queste parti finiscono per essere le più interessanti in confronto di uno svolgimento giallo che, sebbene ben costruito a livello di intreccio, soffre un po’ il fatto di essere dapprima troppo diluito e poi, quando diviene inevitabile stringere, per colpa di uno svolgersi dei fatti che, proprio nel momento-clou, non è pienamente verosimile. Il giudizio complessivo non può inoltre beneficiare del fatto che alcune figure siano superflue - come la spia Archia, la cui unica utilità potrebbe essere quella di rappresentare in qualche modo il controllo macedone su Atene – e che più di un segmento sia troppo ingombrante, a partire da quello riguardante il processo a Frine, ma forse il problema più grave è proprio il personaggio attorno al quale tutto dovrebbe ruotare. Aristotele risulta poco caratterizzato e perciò la sua presenza come detective finisce per essere assai diafana: il filosofo non mette in mostra segni particolari o tic che lo rendano memorabile e conduce l’indagine in modo tradizionale e senza guizzi di sorta, magari legati al suo pensiero. In poche parole, al suo posto ci potrebbe essere chiunque, a partire dal narratore in prima persona Stefanos che meriterebbe di essere il protagonista principale per curiosità e intraprendenza, invece di avere il ruolo di un seppur attivo Watson con tutti i diritti di cittadino ateniese (cosa che il Maestro del Liceo non è, il che lo limita assai nei movimenti). Siccome questo è il sesto volume scritto da Doody con gli stessi personaggi, può darsi che sia io a non esser riuscito a sintonizzarmi sulla giusta lunghezza d’onda, ma questo romanzo non pare essere nulla più di una lettura da ombrellone per appassionati della Grecia classica, oltretutto non aiutato da qualche errore di traduzione e da una discutibile resa dei nomi greci. ( )
  catcarlo | Oct 8, 2014 |
Ho letto questo libro costretta dalla mia professoressa di filosofia durante l'estate del 2011.
Pensavo che mi avrebbe annoiata, invece mi è piaciuto molto e il finale è stato per me un colpo di scena ben riuscito. ( )
  Hbooks12 | May 23, 2012 |
Siamo nell'autunno del 330 a.C. e Stefanos, l'abituale coprotagonista dei romanzi dedicati ad Aristotele, è coinvolto in due torbide vicende giudiziarie. Toccherà al Maestro, come al solito, tirarlo fuori dagli impicci. L'ultima avventura di una serie di gialli storico-filosofici.

Margaret Doody è una docente universitaria canadese innamorata dell'Europa. Da giovane ad Oxford, dove sognava di essere scambiata per una ragazza inglese, ha studiato con passione e impegno la civiltà classica. Ritornata in patria, dove ha cominciato ad insegnare letterature comparate, ha deciso di mettere insieme due grandi amori: l'interesse per il mondo antico e il gusto per la lettura dei polizieschi.
La città dove sono ambientate le sue storie è l'Atene del quarto secolo avanti Cristo quando ci viveva il filosofo Aristotele. Come raccontare quell'epoca inimitabile? Con tanti bei gialli in cui l'investigatore non è altri che il grande filosofo. Aristotele non può partecipare attivamente alla vita politica della città perché straniero (meteco), ma può usare tutta la sua sapienza, tutto il suo spirito di osservazione e persino la sua astuzia per scoprire assassini e truffatori, ma soprattutto per togliere dagli impicci alcuni suoi amici al quanto sprovveduti o vittime del cattivo di turno.
La cosa affascinante consiste nel fatto che mentre indaga, il nostro investigatore improvvisato, spiega la sua filosofia relativa ai corpi fisici, all'estetica, ai problemi politici e alle grandi questioni dell'esistere. Ma accanto all'enunciazione delle sue teorie c'è anche un originale contatto con la gente: venditori, ruffiani, prostitute, affittacamere e studenti in una città caotica, densa di profumi, dove tutti corrono o stanno a guardare a seconda se devono lavorare o si possono permettere il lusso
di guardare gli altri agitarsi. Si parla in greco, ma ognuno con una inflessione diversa e, quando non si conosce la lingua degli altri, si gesticola molto fino a farsi capire.
In mezzo a tanta confusione il filosofo alterna alle lezioni ai suoi affascinati studenti le indagini per scoprire la verità e liberare dai guai il poveraccio accusato per errore. ( )
  MareMagnum | Feb 25, 2006 |
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